Realizzare un piano editoriale non è semplice. Almeno se lo si vuol fare in maniera professionale. Perché non basta semplicemente pubblicare un post sui social, anche scegliendo l’orario che si reputa migliore, e il gioco è fatto. È molto di più. Si tratta di fare analisi, di prendere visione su alcune cose importanti e, soprattutto, riuscire a captare l’attenzione del cliente. Che, in un modo sempre più ‘veloce’ come questo, non è affatto semplice.

Un esempio di piano editoriale

Il consiglio è quello di lavorare su finestre temporali ampie, tipo un mese, per non trovarsi sovraccarichi di lavoro e rischiare di produrre contenuti poco accattivanti. Quindi, nell’ottica di una pubblicazione costante e puntuale, è opportuno stabilire le tipologie dei contenuti e i giorni della settimana in cui devono essere pubblicati.

Supponiamo di avere un bar e di voler pubblicare sulla nostra pagina Facebook tre post a settimana nei giorni dispari del mese. Il risultato sarà il seguente:

  • Lunedì: si può pensare di pubblicare un post promozionale valido per l’intera settimana.
  • Mercoledì: potrebbe essere interessante pubblicare un post informativo o un’infografica sul metodo di lavorazione di un prodotto o su una specialità del settore.
  • Venerdì: il case study è un racconto concreto per promuovere la propria attività. Si può pensare di realizzare un post fotografico o un video che spiega nel concreto cosa si fa nell’attività in questione.

Quello che abbiamo riportato è solo un esempio che può servire da spunto se stai pensando di organizzare un piano editoriale ben strutturato. La cosa importante è rispettare il calendario settimanale delle pubblicazioni, a prescindere se si tratta di un sito web, un e-commerce o i canali social. Il calendario editoriale settimanale è uno strumento fondamentale perché rappresenta un impegno nei confronti della community, quasi come se fossero degli appuntamenti. In questo modo il pubblico sa in quali giorni e in quali orari potrà leggere una determinata tipologia di post o un’altra.

Cosa serve per un buon piano editoriale

Innanzitutto serve avere le idee chiare. Non solo sul prodotto o servizio che si vuole vendere, ma anche sulle strategie da adottare. Di solito, si parte prima dalla strategia e poi sul piano editoriale. L’esempio più lampante è quello di offrire una sorta di trial gratuito o una prova per poter far comprendere agli utenti le potenzialità dello strumento. Lo si fa in tutti i settori, anche quelli dove le dinamiche pubblicitarie, per legge, sono un po’ diverse. Basti vedere il video poker tens or better gratis, dedicato a chi si affaccia per la prima volta a questo mondo. Ecco, questo è un aspetto importante: quando si offre un servizio che prima non c’era, non si può certamente pretendere di convincere la persona a provarlo (la stessa cosa si può dire per un drink, riprendendo l’esempio precedente).

Le idee buone, comunque, possono essere valide se si ha un team a disposizione. Il video prima menzionato può essere utile ma ci vogliono le competenze per farlo. Quindi, unirsi a professionisti del settore. Ecco, possiamo dire che avere le idee giuste con le giuste competenze può sicuramente bastare per avere un piano editoriale che si rispetti.