Chi ha visto dei cartonati animati giapponesi da bambino, non può non sapere cosa sono i dorayaki, ovvero il tipico dolce giapponese composto da due fette di un impasto simile al pan di Spagna, al cui cento vi è un ripieno di anko, una crema ottenuta con i fagioli azuki.

Le sue origini e la sua ricetta tradizionale

Sembra che i dorayaki, nella loro forma a due strati, siano stati inventati nel 1914, da Ueno Usagiya, il cui negozio produce ancora oggi questi dolci e considerato uno dei migliori di tutto il paese. Secondo una leggende, il primo dorayaki (che era di un solo strato, in origine) fu realizzato da un contadino, che aveva usato il gong (dora) di un samurai di passaggio.

Per prepararli, bisogna mescolare delle uova assieme a dello zucchero e del miele (e forse del bicarbonato), amalgamare bene ed aggiungere la farina, un po’ alla volta, facendo attenzione a non formare dei grumi.

Si unge una padella di forma rotonda, da riscaldare a fuoco medio, e si versa un mestolo dell’impasto, e cuocerlo come un pancake. Non appena si saranno raffreddati, si può spalmare nel mezzo l’anko, a base di fagioli azuki, o una marmellata di questi ultimi.

Chi desidera preparare l’anko, può farlo lasciando bollire i fagioli azuki (precedentemente messi a bagno in acqua fredda per una notte intera), per cinque minuti. Si scolano i fagioli, per poi rimetterli sul fuoco un’altra pentola con tre tazze d’acqua ed una di zucchero, da portare ad ebollizione. Si lascia cuocere fino a che i fagioli non diventeranno morbidi, ed una volta cotti ad asciugati si potranno frullare, fino ad ottenere una crema.

Dorayaki con altri ripieni

La crema di azuki non è, tuttavia, l’unico ripieno da usare per i dorayaki. In molti usano della crema di castagne o di nocciole (come la Nutella). Chi ama la frutta, può tranquillamente provare con qualche altra marmellata e dei pezzi di frutta. Chi ama restare sul tema della cucina orientale, può preparare una crema con tè matcha (ovvero il tè verde).

Chi ama il cioccolato, può aggiungere all’impasto del cacao amaro, realizzando un vero e proprio dorayaki al cioccolato, con la crema giusta.

Una piccola nota: non si devono confondere i dorayaki con gli Imagawayaki, che esteticamente gl’assomigliano, ma questi ultimi sono realizzati alla piastra, e non vi vengono unite due strati, ma è un dolcetto chiuso che, a differenza del dorayaki, va servito caldo.