La farsa è un genere teatrale di origine molto antica, che si sviluppò nella Francia del XIII secolo grazie ad autori come Adam de la Halle. Essa riuscì ad imporsi sino al XIX secolo, dando vita a diversi sottogeneri che influenzarono il teatro e successivamente il cinema sino ai giorni nostri. Uno dei sottogeneri più conosciuti è la pochade, un genere teatrale dal carattere licenzioso e piccante, i cui massimi rappresentanti furono Georges Feydeau e Tristan Bernard.

Per capire al meglio le caratteristiche e la storia della pochade, bisogna partire dalla farsa: capostipite del genere dissoluto a scopo umoristico. Il termine farsa deriva dal latino “farcire”, proprio ad indicare l’aggiunta di questo breve interludio al fine di colmare una pausa tra due opere di carattere più serio. Probabilmente la farsa trae spunto dalla atellana del teatro latino: un tipo di commedia dai toni dissoluti che veniva inscenata mediante l’utilizzo di maschere. Questo genere teatrale raggiunse risultati più alti con Molière che, tuttavia, venne aspramente criticato dall’opinione pubblica del suo tempo per il suo utilizzo. La farsa infatti, sin dai tempi più antichi, fu largamente bistrattata poiché considerata volgare e non capace di confrontarsi con generi più alti, come la commedia. In diversi saggi, infatti, si sottolineava il carattere breve, poco logico e scarsamente elaborato di essa.

Nonostante il disprezzo nei confronti di questo genere teatrale, successivamente i caratteri principali della farsa cominciarono a mutare notevolmente dando vita al vaudeville: questo genere, a differenza della farsa, veniva accompagnato da intermezzi musicali ( spesso melodie di carattere popolare). Il vaudeville si sofferma principalmente sulle peripezie che il protagonista è costretto ad affrontare e differisce dalla farsa poiché non ha un carattere tragico. Tuttavia, a causa della poca profondità e complessità delle trame, il vaudeville presto lasciò il posto alla pochade, genere caratterizzato dalla mancanza di intermezzi musicali e dalla caratteristica brevità. Infatti, se la tipica durata del vaudeville era di tre atti, la pochade dura esclusivamente un atto. Inoltre una delle differenze caratteristiche fra il vaudeville e la pochade è che se nel vaudeville gli intrighi a carattere dissoluto sono frutto di un malinteso, nella pochade è il protagonista a ricercare l’intrigo.

Georges Feydeau è considerato il padre della pochade: una delle sue opere teatrali, annoverata fra le più compiute pochade, è “L’uomo balia“. Il protagonista Balivet, per far la corte alla giovane cameriera Justine, si reca a casa dei signori Veauluisant: qui viene colto alla sprovvista dall’altro domestico Médard e così si rifugia nella camera della domestica, travestendosi da donna. L’uomo viene poi scambiato per una donna e la famiglia crede di essersi imbattuta in colei che avrebbe sostituito Justine. Balivet è consapevole che travestendosi da donna sarebbe stato scambiato per la nuova domestica ma, ugualmente, decide di intraprendere la scelta. Questo sottolinea, appunto, il carattere autonomo dei personaggi che non sono pedine in mano ad un destino beffardo, come nel vaudeville, ma decidono compiutamente di intraprendere delle scelte che li porteranno a scontrarsi con situazioni ridicole e grottesche.