Quello del tabacco è uno dei vizi più dannosi che una persona possa avere. Di solito questa dipendenza la si contrae in età scolastica, spinti da quel desiderio di emulazione ed omologazione che ci porta ad assaporare le prime “biondine” nei bagni di scuola o magari durante le ore di intervallo.

La dipendenza non manca certo a farsi sentire e nel giro di poco tempo si diventa schiavi delle sigarette. Stando alle statistiche circa il 60% di tutti quelli che hanno provato almeno una sigaretta nella loro vita, ne hanno poi contratto il vizio. E rimanendo sempre ancorati alle statistiche circa il 70% di quelli che hanno tentato almeno una volta nella vita di togliersi il vizio, lo abbiano fatto con scarsi risultati ricadendo nel vortice del tabagismo.

Negli anni si sono studiate ed elaborate diverse possibilità per stemperare il rischio di dipendenza attuando campagne anti-fumo e cure di ogni sorta di genere, persino arti sciamaniche. Bene, finalmente sembra che qualcuno stia studiando veramente il problema e come fare ad aggirarlo. Questa persona si chiama Olivier George ed è un ricercatore appartenente all’istituto di ricerca dello Scripps Research sito in California, il ricercatore sta lavorando sull’uso terapeutico di un nuovo farmaco capace di eliminare il vizio del fumo agendo sulla dipendenza da nicotina. Per ora il farmaco sperimentale è stato testato con relativo successo su dei topi. Secondo George si tratta di una sorta di forbice molecolare, trattandosi di un enzima capace di indebolire la dipendenza ed il rischio di recrudescenze agendo prima che la nicotina nel sangue raggiunga il cervello, sede dove la dipendenza si instaura. Vediamo nello specifico come agisce questo nuovo enzima.

NicA2-J1

NicA2-J1 non è un nickname ma il nome della molecola capace di ridurre il rischio di dipendenza spezzando l’insorgenza dal nascere. La molecola secondo il ricercatore dovrebbe funzionare nel sangue, mitigando i classici sintomi d’astinenza sul nascere. Inoltre essendo in atto nel sangue, questo dovrebbe abbassare i rischi di effetti collaterali. In questo studio si è dimostrato come la molecola NicA2-J1 riduce, per ora nei ratti, i livelli ematici di questa sostanza in individui soggetti a dipendenza.

Inoltre, con approfonditi studi, si è scoperto come il livello di nicotina presente a livello ematico nelle cavie, equivalente a 1/2 sigarette quando sono privati di nicotina ed al suo posto ottengono questa particolare cura, non mostrano i classici segni di astinenza da nicotina se trattati con dosi alte di questo farmaco. Secondo Oliver George ciò che rende così ben pronosticabile questo enzima è la sua capacità di rimuovere le quantità di nicotina necessarie ad istillare nell’organismo dipendenza, ma lasciando in circolo una piccola qualità tale da prevenire i classici sintomi d’astinenza.

Nello studio si è riscontrato inoltre nei topi la perdita di desiderio d’iniettarsi nicotina. con queste promettenti premesse i ricercatori californiani non vedono l’ora di portare l’enzima NicA2-J1 in sperimentazione presso cliniche sui fumatori. Chissà se le lobby del tabacco permetteranno che questa nuova cura trovi piede ed impiego o verrà troncata sul nascere per non far morire il business di miliardi che si nasconde dietro il fumo.