Si riaccendono i riflettori sulle truffe nel mondo del trading e degli investimenti online: le note vicende, riguardanti la società New Financial Tecnology, emerse nel cuore dell’estate hanno riportato sulle prime pagina della cronaca quest’annoso problema con cui molto spesso devono confrontarsi i risparmiatori. In questa circostanza chi aveva affidato una parte delle proprie risorse finanziarie alla compagnia con sede a Londra si è ritrovato da un giorno all’altro con un pugno i mosche e con l’impossibilità di mettersi in contatto con i soci fondatori dell’azienda attiva nel settore delle criptovalute, che nel frattempo avevano fatto perdere le loro tracce. Alla luce di questi eventi ci si chiede spesso se sia possibile cogliere le opportunità che offrono i mercati finanziari, riuscendo però a riconoscere le frodi e mettersi al riparo dalle stesse.
Nel caso si abbia il sospetto di essere incorsi in comportamenti poco trasparenti da parte di un intermediario, approfondendo le discussioni che trattano questo tipo di argomenti, è possibile confrontarsi con utenti che abbiano affrontato le stesse problematiche (per maggiori informazioni: forum su truffe di trading e come fare per difendersi).
Partendo dal presupposto che prima di approcciare il mondo degli investimenti, in particolare se si intenda misurarsi con tecniche operative sofisticate come ad esempio il trading speculativo, è consigliabile, in via propedeutica alla definizione di una strategia profittevole, studiare bene il funzionamento e la natura degli strumenti finanziari oggetto di compravendita. Questo passaggio è fondamentale in quanto la perdita di capitale cagionata da una truffa, orchestrata per separare un investitore dai risparmi personali, non è meno dolorosa di una perdita cagionata dall’azzeramento del valore nominale dei fondi per il disconoscimento dei meccanismi che regolano le quotazioni di un asset.
Le Autorità di Vigilanza proteggono i risparmiatori dalle truffe
Il primo aspetto da curare nell’imminenza dell’apertura di un conto trading è la selezione di un intermediario autorizzato: difatti le società che operano in questo settore, per erogare i propri servizi, devono essere in possesso di una licenza rilasciata dagli Organi di Vigilanza di riferimento per una specifica area geografica. Solo in presenza di tale requisito i risparmiatori possono essere sicuri che siano rispettate tutte le forme di garanzia previste dalla normativa, per tutelare le somme depositate e assicurare che siano messe in atto tutte le procedure atte a certificare una corretta fase di negoziazione dello strumento finanziario.
Per verificare che un intermediario sia in possesso delle suddette autorizzazioni, è sufficiente consultare il sito istituzionale dell’Authority di competenza -per i i residenti in Italia l’Organo deputato è la Consob– e controllare il numero di registrazione della società. L’Ente di Vigilanza, inoltre, attraverso bollettini e aggiornamenti periodici informa gli investitori sulle attività di soggetti al di fuori del perimetro normativo, che non consentono di tutelare in caso di problemi i risparmiatori che si rivolgono a queste realtà, per investire sui mercati finanziari.
Trading: recensioni e opinioni per difendersi dalle truffe
Accanto al canale istituzionale appena introdotto, vi sono ovviamente altri strumenti che possono risultare di grande utilità, per individuare comportamenti poco trasparenti da parte degli intermediari. Ad esempio è possibile consultare i portali delle associazioni dei consumatori come Altroconsumo, oppure leggere le opinioni di altri utenti su siti di recensione specializzati come Trustpilot.
Grazie alla rete mediatica che si crea attraverso queste realtà è possibile ricevere segnalazioni su attività scam da parte di società di intermediazione; inoltre si è in grado di rilevare la condotta di soggetti che, pur operando con regolare licenza, portano avanti altre pratiche non proprio trasparenti: nella fattispecie esecuzione degli ordini in differita, esposizione di prezzi non allineati a quelli del mercato di riferimento o commissione non dichiarate al momento della sottoscrizione del rapporto.